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L’8 marzo sciopererò e vi spiego perché

L’8 marzo sciopererò.

Lo farò perché ne ho la possibilità e quindi forse potrò scioperare anche per le donne che non possono (perché altrimenti rischierebbero di perdere il lavoro o perché un lavoro non ce l’hanno o perché impossibilitate per varie ragioni).

Lo farò per le tutte le vittime di violenza e per quel lungo, atroce, elenco di donne ammazzate negli ultimi 13 mesi in Italia.

Lo farò per le donne che ancora sono costrette a scegliere se fare figli o lavorare.

Lo farò per tutte le donne che quotidianamente vengono sminuite o rese invisibili e lo farò anche per quelle che sono costrette a rendersi anche troppo visibili per il piacere di un cliente che, guarda caso, è sempre un uomo.

Lo farò per tutte le donne a cui viene ancora, di fatto, impedito il diritto di abortire.

Lo farò per tutte le volte che una donna viene presa in giro quando chiede di poter declinare la propria carica al femminile.

Lo farò, soprattutto, per le bambine, alle quali vorrei consegnare una società in cui non debbano sempre guardarsi le spalle mentre camminano per strada o superare mille ostacoli per poter contare qualcosa o semplicemente poter esprimere se stesse in tutta la loro meravigliosa potenzialità.

Mai come in questo momento ho respirato un clima oscurantista e retrogrado in Italia nei confronti delle donne.

Lo sciopero non è certo una soluzione ma è uno strumento che permette, nel proprio piccolo, di dare un segnale e di dire al mondo “Io non ci sto”.